La notizia circolava da molto tempo, e le mosse di Google andavano sempre nella stessa direzione: entro poche settimane il Page Rank di Google non sarà più visibile all’esterno. Tuttavia, assicura Google, continuerà a essere utilizzato come una componente dell’algoritmo di valutazione delle pagine web.
Quindi Google Page Rank non esiste più?
Alcune variazioni di questa notizia, che circolano in questi giorni, narrano che “il Page Rank è morto, non verrà più utilizzato, verrà cancellato, non serve più,” etc. La cosa non è esattamente in questi termini. Il Page Rank continuerà ad essere utilizzato internamente da Google, ma non verrà più reso visibile all’esterno.
Questo intervento di TheSemPost mi sembra il più autorevole: Google Removing Page Rank From Toolbar
Di conseguenza chi si è installato una toolbar sul browser per avere immediatamente il Page Rank del sito che si sta visitando, entro pochi giorni perderà questa possibilità, perchè la toolbar non visualizzerà più nulla.
Che conseguenze ha non visualizzare più il Page Rank?
Cessare la visualizzazione del Page Rank significa comunque a tutti gli effetti declassificare questo fattore all’interno dell’economia del SEO. Se non si può controllare, non ha senso parlarne.
L’operazione di Google è coerente con ciò che sta perseguendo nel suo lavoro di revisione delle modalità SEO suggerite a chi fa web professionale. Page Rank à un valore da 1 a 10 che caratterizzava in maniera permanente la qualità di un intero sito/dominio, sommando sia gli elementi tecnico-strutturali del sito, sia contenutistici, sia di popolarità (i backlink).
Si trattava di una sorta di “patrimonio” che il sito accumulava con le sue azioni positive. Una specie di Karma. Che assicurava che il sito avrebbe avuto particolare rilievo negli esiti ricerca, grazie alle sue passate virtù.
Non conta il tuo passato, conta cosa fai ora, meglio se domani
Il fatto di non rendere più visibile questo fattore, a mio parere sottolinea ancora di più la tendenza di Google nell’incoraggiare tutti a mettersi continuamente in discussione con il proprio contributo, e di porre ulteriore attenzione al tema dell’aggiornamento frequente e dei contenuti freschi, unici, nuovi, come elemento di primaria importanza per il successo di un progetto digitale.
Anche se il tuo sito ha svolto egregiamente il proprio lavoro per decenni, se qualche altro sito sta svolgendo meglio ora quel lavoro, e si sta guadagnando più attenzione, beh, per Google è importante segnalarlo e metterlo in evidenza rispetto ad un sito che può avere avuto una storia egregia, ma che oggi è meno attivo, meno aggiornato, meno in rilievo.
Diventa un problema vendere siti “fermi”
Vi faccio un esempio personale. Curo dal 2000 circa un blog dedicato al turismo sull’isola di Lampedusa. Ha raggiunto Page Rank 3, che in Italia non è un cattivo risultato, anzi.
Ma non lo aggiorno più da anni, purtroppo, e non avendo più ragione di farlo, sto provando a venderlo proprio in questi giorni. Disporre di un blog con page rank 3 mi consentiva di trattare un ottimo prezzo. Ma se il Page Rank viene oscurato, escluderà questo tema dalla trattativa.
Non potrò più far valere nella mia vendita il fatto che si tratti di un sito glorioso, conosciuto, che nel passato ha raggiunto centinaia di migliaia di page view al giorno.
Su Web conta ciò che sei oggi. O domani.
Su Web conta ciò che sei oggi. O domani. E conta meno cosa eri in passato. Questa sembra essere la direzione verso cui Google spinge.
Per estensione penso a tutta quelle legioni di siti e domini fermi in vendita o che visualizzano pubblicità. Credo sia un tipo di mercato che subirà un contraccolpo. Ma chi produce contenuti di qualità, freschi e unici ne guadagnerà in salute.
Alberto Pozzi, Web Manager, progetta e sviluppa soluzioni web e progetti digitali per aziende. Si occupa di strategia digitale, web project management, siti responsivi, progetti SEO, eCommerce, content management.
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