Vi riporto il testo di una mia intervista, effettuata da Mediastars, articolata in tre domande. La prima domanda è su comunicazione digitale, engagement e influencer.
Domanda 1. L’utente come percepisce la diversa tipologia di messaggi nell’affollamento quotidiano degli avvisi pubblicitari? Considerando la propensione alla comunicazione singolo-collettivo degli influencer e la differenza del percepito fra generazioni diverse, quale tipo di engagement risulterà maggiormente gradito?
L’attenzione media che un utente dedica a ciascuno dei messaggi a cui oggi è sottoposto, prima di passare a fare qualcos’altro, si sta abbassando sempre di più; dai 12 secondi di qualche anno fa, il tempo medio di attenzione risulta oggi pari a circa 8 secondi. Comprensibile, se consideriamo che controlliamo il nostro smartphone mediamente 112 volte al giorno (dati da una ricerca Microsoft). Ma se, da una parte, ogni messaggio viene bruciato in 8 secondi, dall’altra leggo sempre più spesso di utenti che, condividendolo, dichiarano entusiasti “non riesco a smettere di guardare questo video”.
POCA ATTENZIONE, MA DOMANDA MOLTO ALTA
È quindi vero che l’attenzione per ogni messaggio si riduce con il passare del tempo, ma la domanda di messaggi, informazione, intrattenimento e animazione è molto alta, e anche la disponibilità utente all’engagement è apertissima. Probabilmente i messaggi che raggiungono l’utente, allora, sono nella maggior parte di bassa qualità. L’azienda che organizza la propria comunicazione soddisfacendo pienamente la domanda utente potrebbe quindi potenzialmente godere di un enorme scatto di diffusione e popolarità, improvviso e esponenziale.
Ma qual è il messaggio ideale, oggi? Come è fatto?
MULTICANALE, DESTRUTTURATO, LIQUIDO
Oggi il messaggio ideale è multicanale, destrutturato e liquido. E’ multicanale, perché deve essere veicolato rapidamente su diversi media per sfruttare una circostanza favorevole magari in tempi ridottissimi. È destrutturato, perché si tende a includere più considerazioni in una, non necessariamente collegate, e magari collocate su piani diversi. È liquido, perché la forma digitale deve essere opportunamente ridotta secondo i corretti standard, affinché viaggi rapidamente e arrivi lontano, fino a essere citata nei Tg o nei talk show di approfondimento serale in tv.
P.es., l’incredibile diffusione e popolarità delle divertentissime e caustiche frasi di “Le Frasi Di Osho” oppure di “Lercio” sono esemplari in questo senso; sono comunicazioni destrutturate e estremamente liquide, che ho visto propagarsi su ogni canale, e essere citate in tv, alla radio, su Facebook, ovunque.
LA COMUNICAZIONE AZIENDALE IDEALE
Parlando invece di comunicazioni di azienda e di advertising, osservate come Ceres pubblichi frequentemente, progettandole in tempi ridottissimi, le proprie spiritose adv, auto-includendo il proprio prodotto in eventi o circostanze nei quali non ce lo si aspetterebbe.
Oppure ancora, rileggete i numerosi tweet della campagna di @CarrefourItalia durante il recente Festival di Sanremo, mirate a dileggiare la pettinatura o il vestito o il tic del cantante del caso (#siamoallafrutta), ovvero a supportare lo sport nazionale di criticare il Festival di Sanremo, seduti sul proprio divano.
UN MIX EQUILIBRATO DI DIVERSE COMPONENTI
Insomma: il maggiore gradimento sarà nei messaggi che sapranno esprimere un mix equilibrato e misurato di diverse componenti: contenuti interessanti, storytelling, tempestività di comunicazione, pertinenza con il mood del proprio target, presidio del canale, proposta di engagement. Penso che sia questo il segreto di un influencer: l’equilibrio. Ovvero, per essere efficace il messaggio deve esprimersi nel corretto mix di elementi che deve tenere presente primariamente il mood, le domande, le necessità e il linguaggio e i canali del proprio target.
Alberto Pozzi, Web Manager, progetta e sviluppa soluzioni web e progetti digitali per aziende. Si occupa di strategia digitale, web project management, siti responsivi, social media, progetti SEO, eCommerce, content management.