Perché gli utenti condividono un contenuto su Facebook? Come sfruttare le opportune leve psicologiche per rendere virale il tuo contenuto e propagarlo sui social media?
Psicologia dei social media
Che tu ci creda o no, la psicologia dei social media è una vera e propria disciplina praticamente appena nata, e che in questi suoi primi anni di vita è sottoposta a revisioni continue. I social media sono infatti strumenti così nuovi, inesplorati, creativi e flessibili, da proporci letteralmente ogni settimana una nuova riflessione, che spesso ribalta precedenti solidissime opinioni. Raccolgo qui le osservazioni di alcuni autori che si concentrano sul perché un utente decide di operare uno share di un contenuto su un social media.
Stimolare sensazioni e comportamenti
Spesso la differenza tra un uso amatoriale e leggero dei social media e un uso professionale e mirato risiede nella capacità di modellare al meglio il contenuto che stai per pubblicare. Proprio come la medesima barzelletta raccontata da un bambino piccolo oppure da Walter Chiari produce effetti e sensazioni completamente diverse, così anche la modalità di confezionamento e comunicazione di un contenuto stimolerà differenti sensazioni e comportamenti negli utenti, e stabilirà quindi il successo che il tuo post avrà.
Modellare un contenuto per farlo condividere
Per avere una buona o ottima diffusione del tuo contenuto sui social media come Facebook, Twitter, etc., il segreto, te lo dico subito, sta nel saper scegliere e modellare il contenuto in modo che la gente sia spinta a condividerlo. Ma attenzione, non c’è una formula magica o un metodo infallibile. Soprattutto se parliamo di emozioni, è tutto molto relativo.
È importante cioè capire che per rendere un contenuto virale non è una buona idea sparare continuamente a caso, e vedere cosa succede. Ci sono delle ragioni precise per cui la gente ama e condivide un contenuto. Conoscerle ti aiuterà a ottenere un contenuto virale.
Naturalmente, è importante disporre già di una strategia digitale e di una content strategy, che ti può sollevare dal problema classico del “non so che cosa scrivere”. Per affrontare questi problemi clicka sugli link indicati.
5 ragioni che spingono utenti a condividere un contenuto
C’è molto da dire sulla decisione che scatta in un utente social media nel condividere un messaggio. Talvolta tutto si riduce a un pensiero come “a Marco piacerebbe questo, dovrei mandarglielo”. Ma ci sono molti altri fatti che ci motivano nel condividere certi tipi di contenuto.
1. La tempestività
Sapevi che la vita media di un tweet è di 16 minuti? Anche se con gli altri social network i post non perdono il loro valore così rapidamente, la tempestività di una comunicazione è un fattore essenziale nel decidere di condividerla.
La prova più evidente dell’importanza della tempestività nello sharing sui social media è ciò si verifica quando una persona famosa scompare. Le news che confermano morti eccellenti vengono condivise sui social da migliaia e migliaia di utenti. La morte di qualcuno il cui lavoro ammiravi diventa dapprima un fatto doloroso e personale, ma successivamente senti il bisogno di esprimerlo agli altri.
La morte di Prince ha generato 13 milioni di tweet in 24 ore. Nulla, a confronto di ciò che è successo dopo la morte di Michael Jackson, che ha portato in poche ore al blocco di Twitter.
Si tratta solo di esempi. È importante comprendere che notizie tempestive diventano esplosive sui social media, specialmente se si tratta di notizie shock, specialmente su Twitter.
2. L’emozione
L’emozione, soprattutto le emozioni positive, è uno dei fattori decisivi correlati con la condivisione di contenuti online. Secondo una ricerca del 2015 sulle emozioni più forti per motivare la condivisione social , le 7 emozioni più importanti che portano a operare share sui social media sono:
- Divertimento
- Sorpresa
- Commozione
- Bellezza
- Ispirazione
- Avviso pericolo
- Sconvolgimento / shock
Una ricerca precedente suggerisce una suddivisione simile e più articolata delle emozioni che provocano sharing sui social: il divertimento e la risata superano insieme il 30%, seguiti dal 25% lo spavento/timore
Le principali emozioni correlate con la condivisione di contenuti sui social sono pertanto le seguenti:
17% +15% divertimento
25% spavento
14% gioia
6% empatia
6% rabbia
2% sorpresa
1% tristezza
15% Altro
3. L’impatto visuale
Una delle tipologie di contenuti che sono condivise più spesso sono le gallery di immagini incredibili. Le condividiamo per le ragioni emotive di cui sopra, ovvero perché una foto ben realizzata contiene al proprio interno una suggestione riconducibile a una delle emozioni di cui sopra: divertimento, paura, sorpresa, bellezza, etc.
Questa del Guardian, p.,es., è una delle gallery più condivise di tutti i tempi. Era mirata a evidenziare gli effetti dell’eccessivo sviluppo, della sovrappopolazione. Come mai questo contenuto ha guadagnato più di 700.000 condivisioni? Perché genera shock, diverte, spaventa, e ispira dentro di noi sentimenti che ci spingono a condividerlo con altri.
4. L’appartenenza a comunità
Siamo esseri umani, siamo naturalmente tesi verso l’aggregazione, e desideriamo far parte di qualcosa di più grande. In passato, chiunque di noi si è soffermato a leggere quelle email (o quei post) del tipo “Sei di Roma se…” oppure “Sei di Milano se…” con un elenco di comportamenti tradizionali, spiritosi, identificativi.
Lo abbiamo fatto perché ci sono espressioni che ci richiamano alla nostra identità. Allora, saper utilizzare queste espressioni, e saperle esprimere in maniera emotivamente significativa, può colpire molto profondamente il tuo target. E convincerlo a condividere subito il tuo contenuto.
“Io sono ciò che condivido”
Qualsiasi utente che si identifica in un contenuto, è portato a condividerlo ai propri follower. Lo fa perché è anche una modalità indiretta di esprimere l’appartenenza ad una comunità, e quali sono i propri valori di riferimento.
Pensa alle infinite condivisioni di video di brani musicali, di scene di film, di immagini evocative, quelle che vanno a definire con precisione la nostra identità e quello che vogliamo essere. Oppure pensa alle condivisioni di esaltazioni e di immagini della squadra del cuore. Oppure alla condivisione di temi religiosi o politici. Siamo ciò che condividiamo. Questo ci porta al punto 5.
5. L’idealizzazione
Spesso tendiamo a presentare al mondo una versione idealizzata di noi stessi. Esiste nella psicologia tradizionale una “paura di non esserci“ che, con l’avvento dei social media, si è maggiormente diffusa, sviluppata dai social media.
La “paura di non esserci”
La “paura di non esserci” consiste nello scorrere il feed di Facebook (o di altri social media), notare foto perfette di amici impegnati in matrimoni, vacanze su spiagge da sogno, o in notti festose contornati da ragazze, eccetera, e confrontare ciò che si vede con sé stessi. Il problema sta nel fatto che scorrendo i feed, si ha l’impressione che tutti sembrino avere una vita perfetta, tranne sé stessi. Ecco cos’è la “paura di non esserci”. Per combatterla, si selezionano e producono contenuti curati e mirati per apparire più attivo, intelligente, divertente, gradevole, tanto quanto appaiono gli altri.
Questo fenomeno si differenzia un po’ da social a social, ma è presente dappertutto: soprattutto su Facebook e Instagram siamo incoraggiati a condividere le “foto perfette” della nostra vita. Su Pinterest cataloghiamo le nostre ispirazioni e aspirazioni. Su Twitter e Linkedin ci posizioniamo come esperti, re-postando notizie importanti, fatti interessanti e altri contenuti orientati alla carriera.
In definitiva, tutto ciò che può contribuire a rilassare la nostra “paura di non esserci” viene spesso condiviso.
Come applicare concretamente tutto questo?
Abbiamo esaminato 5 ragioni tra le più importanti che spingono gli utenti a condividere un contenuto sui social media. Tienile bene a mente ogni volta che pensi a produrre un contenuto. Assicurati che quanto produci generi la giusta misura di emozione.
Ma come si può applicare concretamente tutto questo al marketing digitale, in particolare al Social Media Marketing? Come trarre beneficio dal conoscere questi fattori? Come va pensato e realizzato un contenuto in modo che venga rapidamente diffuso sui social media?
Basandomi su quanto qui espresso, in un altro articolo indico con chiarezza quali sono le operazioni più importanti da svolgere perché il tuo contenuto diventi virale sui social media, e si propaghi rapidamente. Dapprima esamineremo alcune azioni generali, valide per tutti i social media, e poi esamineremo quali azioni svolgere nello specifico per Facebook, per Twitter, per Pinterest, per Linkedin.
Alberto Pozzi, Web Manager, progetta e sviluppa soluzioni web e progetti digitali per aziende. Si occupa di strategia digitale, web project management, siti responsivi, social media, progetti SEO, eCommerce, content management. Opera a Monza, Milano e in tutta Italia.