Il SEO è cambiato negli anni. E’ cambiato molto, soprattutto negli ultimi tre anni. Ecco come è il SEO moderno, di oggi e dei prossimi anni.
Come posizionare il tuo sito, se fossimo nel 1997?
Le attività per posizionare al meglio un sito sui motori di ricerca (SEO, Search Engine Optimization) si sono notevolmente evolute nel tempo. In estrema sintesi, i principali fattori che hanno influenzato il SEO negli ultimi anni sono da ricondurre alla reazione di Google ad alcune pratiche di spam, al prepotente avvento di smartphone e tablet, ai cambiamenti nelle pagine di esito (SERP).
Come conseguenza a questi eventi, il ruolo di chi svolge SEO professionalmente è cambiato molto. Ma cosa faceva, e cosa deve fare oggi, un professionista SEO? Ecco sei prassi fondamentali per operare un SEO moderno e di lunga durata, per evitare di fare SEO come nel 1997, e invece puntare a fare SEO nel 2017.
SEO: posizionare il tuo sito nel 2017
1. OTTIMIZZAZIONE DELLE PAGINE
Quando in passato si operava l’ottimizzazione delle pagine, fare SEO significava scegliere da due a cinque parole chiave, collocarle nell’URL, e ottimizzare gli elementi interni della pagina (title, meta description, titoli, contenuto della pagina etc.) su queste medesime parole chiave.
Ma oggi le cose sono cambiate. Con i continui progressi nella ricerca semantica e nell’apprendimento automatico, e con l’applicazione negli algoritmi di indicizzazione di Google di questi stessi modelli di elaborazione, una singola pagina si può indicizzare e qualificare anche per molte delle parole chiave correlate (magari nemmeno citate nel testo), e non solo per le parole chiave utilizzate in pagina.
Introdurre tecnologia semantica nell’indicizzazione e nella ricerca ha portato Google a soluzioni sicuramente migliori per l’utente che effettua la ricerca. L’obiettivo di Google è infatti da sempre presentare risultati di ricerca che soddisfino il bisogno relativo a ciò che gli utenti stanno cercando, e non solamente il miglior risultato che coincide solo sintatticamente con una certa parola o espressione cercata dall’utente.
Di conseguenza, i professionisti moderni di SEO devono essere preparati su come creare contenuto, ma anche come promuoverlo. Laddove in precedenza l’attività del professionsta SEO era ottimizzare landing page esistenti, esaminando i volumi di ricerca delle varie keyword e la frequenza delle keyword nel testo, oggi fare SEO significa comunque ottimizzare il contenuto esistente, ma anche creare, ottimizzare e propagare i nuovi contenuti che soddisfano realmente i bisogni degli utenti finali, nonchè catturare e capitalizzare interazione social e link autorevoli, per posizionarsi meglio nelle pagine di esito ricerca.
2. DISPOSITIVI
Nel passato era sufficiente ottimizzare le pagine per una visualizzaizone su monitor desktop, in quanto dispositivo primario e pressochè unico utilizzato per navigare il web.
Oggi i dispositivi mobile sono diventati il mezzo più usato dagli utenti per consumare contenuti. Se il desktop è ancora un mezzo rilevante, il consumo di contenuti digitali su smartphone e tablet è esploso in pochi anni, e continua a crescere. Secondo Comscore, il 65% del tempo quotidiano di consumo di contenuti digitali è su mobile. Inoltre, in termini di traffico di ricerca su Google, nel 2015 il mobile ha ufficialmente sorpassato il desktop.
E’ quindi necessario che un professionista SEO si focalizzi primariamente nell’ottimizzazione dell’esperienza mobile dell’utente, senza trascurare le app, assicurandosi che le pagine mobile riescano a caricarsi il più rapidamente possibile, meglio se non oltre due secondi.
3. RICERCHE LOCALI
Google ha modificato molte volte negli ultimi anni i risultati delle ricerche locali. Questo è accaduto in quanto nel passato risultava semplice aggirare le regole di classificazione e alterare i listing; era possibile cioè variare la propria valutazione Google incorporando keyword nel nome del business, oppure ottenendo spam link da directory di poco valore, oppure simulando una diversa locazione del locale, eccetera.
Oggi la ricerca locale è fortemente basata sulle relative recensioni positive e (grazie all’algoritmo Google Pigeon) su altre valutazioni tradizionali del ranking, come la rilevanza con quanto cercato, e il contenuto delle pagine.
4. SOCIAL MEDIA
Prima dell’era di Facebook e Twitter e degli altri social network, la condivisione delle informazioni tra gli utenti avveniva principalmente via email e via chat, ovvero tramite modalità che erano totalmente inaccessibili al SEO, e sulla quali non si aveva alcun tipo di controllo.
Oggi i social media sono ovunque, sono monitorati e indicizzati sempre più accuratamente dagli algoritmi di Google, e ignorare la loro importanza diventa molto pericoloso per la strategia marketing di un’impresa. Social Media e SEO devono oggi lavorare fianco a fianco per migliorare la comunicazione del brand, per connettere i servizi con i propri utenti, e per condurre il consumatore a un’ottima esperienza. Il SEO moderno deve utilizzare i social network per avere l’attenzione di entrambi i mondi (web e social media), e per avere link e traffico da entrambi i mondi.
5. LINK BUILDING
I link sono sempre stati un fattore estremamente importante nel determinare il posizionamento di un sito nei risultati dei motori di ricerca, ma negli ultimi anni le regole di link building e le prassi consigliate sono cambiate radicalmente.
Nei primi anni di SEO prevaleva il tema della quantità di link: più link hai al sito, meglio è. Anche il testo clickabile (anchor text) svolgeva un ruolo molto importante, nel senso che link con anchor text ricchi di parole chiave si posizionavano meglio per quelle specifiche parole chiave.
Diventava così molto semplice ottenere link da siti di dubbia reputazione; molti professionisti SEO semplicemente si accaparravano grandi quantità di link con anchor text ricchi di parole chiave da siti con un alto page rank, attraverso meccanismi di scambi di link, richieste dirette, o acquisti di link.
Oggi svolgere un ottima attività di Link Building non è più questione di quantità, ma di qualità. Link da siti autorevoli e da siti rilevanti verso il propro sito sono valutati con esiti sorprendentemente positivi. Di contro, link da da siti spam sono ignorati da Google (nella migliore delle ipotesi) o creano penalità di posizionamento (nella peggiore delle ipotesi). In più, per scoraggiare in generale attività automatiche sui contenuti, i motori di ricerca premiano la pagina che presenta un profilo “naturale” di link, con la giusta miscela di link follow e no follow, o la giusta miscela di anchor text ricchi di parole chiave e senza parole chiave, etc.
E’ evidente allora che un professionista SEO oggi si deve focalizzare nel creare contenuti di alta qualità, e ottenere link rilevanti che siano di valore per gli utenti. I professionisti SEO devono anche monitorare i propri backlink, evitando che arrivino da fonti poco rilevanti o addirittura dannose, nonchè cancellare i link di minore qualità per mantenere in salute il proprio “capitale” di link.
6. INTERVENTI TECNICI SEO SUL SITO
Gli interventi tecnici base SEO da implementare sulle pagine dei siti non sono molto cambiati negli ultimi anni, e i principi base sono ancora i medesimi.
Qual è la differenza principale rispetto al passato? Un professionista SEO deve assicurarsi che i siti del proprio cliente siano progettati e realizzati secondo un modello primariamente mobile-friendly; inoltre, è diventato molto importante che le pagine del sito si visualizzino il prima possibile. Come è evidente, si tratta di specifiche del tutto normali per gli attuali sviluppatori web.
PROFESSIONISTA SEO COME CONTENT ANALYST
La disciplina SEO è cambiata notevolmente negli ultimi anni, e un professionista SEO deve evolversi. Il lavoro di un professionista SEO si è spostato dalla ottimizzazione tradizionale delle pagine verso un’attività più generale: migliorare la connessione del contenuto con l’utente finale, su più dispositivi e più piattaforme.
Ecco che allora, invece di pensare ai professionisti SEO come specialisti dell’ottimizzazione delle pagine sui motori di ricerca, è più opportuno pensare ai professionisti SEO come “analisti dei contenuti”, ovvero professionisti che mirano a ottimizzare tutte le declinazioni Web di un marchio, per attrarre nuovi utenti nelle varie fasi del loro viaggio come consumatori di contenuto.
Si tratta di un taglio differente, che mira a rendere ancora più solido e duraturo il compito della comunicazione digitale professionale.
(Questo post è una mia libera interpretazione di questo articolo di SearchEngine Land )
Alberto Pozzi, Web Manager, progetta e sviluppa soluzioni web e progetti digitali per aziende. Si occupa di strategia digitale, web project management, siti responsivi, progetti SEO, eCommerce, content management.
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